vecchiecose /1

riproponiamo materiali di archivio (2007-2008)

 

continuano le aggressioni fasciste a
Viterbo

Fomentati dalle recenti ribalte
mediatiche delle loro più giovani leve, i giovani dell’estrema
destra viterbese tornano all’azione di strada proprio nel giorno del
trasporto della macchina di santa rosa.

 

Il bersaglio sono come sempre alcuni
presunti appartenenti a movimenti anarchici, sporadici frequentatori
di uno dei bar preferiti dagli studenti universitari. Non certo un
posto "de sinistra", solo un bar dove ogni tanto ci si
ritrova non certo per progettare chissà quali attività politica o
gesto sovversivo, ma solo per un drink prima che con la nuova
stagione i prezzi salgano ancora – più o meno misteriosamente.

Un po’ di vetri, una sediata, macchine
danneggiate, strascichi il giorno dopo al Sacrario quando – come da
tradizione – "ci si va a cercare con gli amici", tanto ci
si conosce tutti, si lavora da quelle parti, si è tutti –
eccheccazzo- del paesello.

Certo è dura conciliare la vita
professionale e quella di nazistello, ma il viterbese si sa è
lavoratore infaticabile.

Istituzioni e media, nel frattempo,
fanno quello che fanno sempre da queste parti: cercano qualcuno con
cui convenga schierarsi. Si cerca di derubricare un’aggressione di
chiara valenza politica a semplice teppismo da stadio – spesso
effettivamente confinanti, persino esponenti politici dicono che
questi non sono veri camerati perchè nella lotta degli anni settanta
c’era un fine politico. Come a dire: mettete via le cinghie e
procuratevi delle pistole. E che cazzo di fine politico è poi la
supremazia della razza ariana?

Giornalisti in erba pascolano per le
serate in cerca di anarchici, domandano, insinuano, "profondamente
sgolano/golosamente approfondiscono" la notizia consapevoli
della fortuna che almeno una delle due metà in campo – la parte lesa
– non si nasconda in salotti, salette, pub e baretti ma sia
normalmente in giro dove li si conosce da anni – mentre invece i
ragazzi bene nessuno ancora li mette nero su bianco, chissà perchè
– e quando gli tocca, tocca solo a quelli col cognome sfigato.

La giovane penna si preoccupa – anche
per la giacchetta, così dandy in un luogo di infanti stracciatelli,
uno che non dimostra neanche quindici anni ha una maglietta "anarchy
will beat", magari è venuto perchè spera di essere arruolato
da chissà quale gruppo rivoluzionario – e si informa sulle
condizioni di salute, sulle dinamiche. Se potesse porterebbe una
tazza di brodo di pollo, ma forse la macchinetta del caffè della
redazione del giornale non la prepara – oppure un enorme uinnipù
pieno di cioccolatini con una scritta incisa in un grosso cuore di
pelouche "anarchici guarite presto".

Osservandoli verrebbe da chiedere se
questi ragazzi abbiano ancora voglia di comunicare su canali
ufficiali e mainstream – per quanto la ggggiovane penna dissimuli e
si mostri amichevole – sui giornali e negli uffici e nei locali di
figli, fratelli, cugini e compari di chi ordisce queste simpaticherie
fasciste per dar sfogo ai ragazzi in un giorno senza stadio.

La gente si guarda intorno al solito
bar. Età media diciannove scarsi a parte i soliti noti che pian
piano si radunano facendo circolare anche qualche voce: i fasci sono
in giro coi motorini – figuratevi quanti anni hanno.

Almeno non possono avere un bagagliaio
pieno di mattoni.

La giovane penna fiuta lo scoop?

Intanto i medi media locali fanno
sapere che la città è tesa, che in una nota piazza bene si fanno
controlli – cioè si controlla che grado di protezione forniscano i
papà di questi ragazzi per assicurarsi che non ci vada di mezzo
qualche giovane davvero per bene, quando ci saranno identificazioni
inutili e marginali: tanto per far vedere che non si sta con le mani
in mano.

Intanto andare in giro per Viterbo
potrebbe preoccupare chi riesce ad intuire che per quanto sia una
cazzata prima o poi il gioco potrebbe farsi troppo materiale ed il
villano di turno sfoderare lama o pezzo – rimediato magari da qualche
cattivo maestro nostalgico di certe giovinezze neanche tanto lontane,
oppure da qualche capitolino che viene ad addestrare ragazzi
volenterosi di portare la lotta "non conforme" anche in
provincia e spaccar teste a qualche compagno.

Così, tanto per fare il verso
all’eroico camerata romano o veronese cui si vuole assomigliare.

Dopo la viterbo violenta degli agguati
ai locali tornano i camerati allora, così non conformi che uno
quando li vede dice "ammazza quanto sono nonconformi! un
fascista che picchia un tizio! che innovativa ed imprevedibile ondata
di anticonformismo! mai vista una cosa simile!"

Un po’ sono rasatelli, qualcuno sembra
avere come parrucchiere il mostro di Rostock, qualcuno crede di fare
politica, qualcuno si allena per la domenica allo stadio, qualcuno lo
fa per sport, qualcuno perchè lo facevano già il nonno e il babbo,
qualcuno per farsi vedere dalle fighe, qualcuno ha il cuore veramente
nero mentre altri tra un paio d’ore stanno già a qualche happy hour,
magari si fanno pure una canna se non ci sono altri camerati in giro.

Tutto qua: gente da baretto, da scuole
superiori, da lavoretto qualunque: officine, supermercati, librerie,
locali vari. Qualcuno fa carriera, qualcuno resta indietro, qualcuno
decide di formare le prossime generazioni di ragazzi, qualcuno ha un
distintivo discreto sulla giacca, qualcuno la fondina.

Davvero tutto qua. Davvero gente
qualunque, non come il poveraccio accoppato che prima o poi ci
scapperà e che diventerà famoso.

 

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