motociclista motofascista

(funzionano di nuovo i commenti !

Motociclista motofascista (commenti a disarmatiedemenziali@canaglie.org)

Caro motociclista,
ti scrivo anche se sono quasi sicuro che la lettura non sia la tua attività preferita, abituato come sei a sfrecciare sull’asfalto col vento tra i capelli, quando li hai, sul tuo ego altrimenti. .
Ti scrivo perché sento la necessità di dirti qualcosa e spero che tu voglia accogliere queste mie semplici ma sincere riflessioni.
Sul fatto che tu possa riflettere o accogliere riflessioni ho molti dubbi, ma di questo parleremo in seguito. Ti scrivo soprattutto per darti del fascista, ma andiamo con ordine.

Hai una gran motocicletta, caro motociclista. Sotto casa mia tre te hanno grosse motociclette da corsa. Spesso sfrecci in strada con dei potenti chopper, con delle affascinanti harley sicuramente piene di pelle e cromature come se invece che sulla Cassia dovessi andare a Venice Beach.
Hanno un costo accessibile: una volta finita di pagare l’automobile non è tanto pesante ottenere un  altro finanziamento per acquistare una dueruote. Nel migliore dei casi sei abbastanza fortunato da potertela permettere tranquillamente, quindi buon per te.
Sei libero di essere veloce, di arrivare al lavoro in un attimo, di far schiattare di invidia i tuoi colleghi che magari si potevano permettere solo un modello usato o più modesto. Se hai una ragazza ce la porti e si stringe a te, senza dirti quanto sta scomoda o al limite speri che la tua cavalcatura te ne faccia trovare una, visto che di accappì tu ne hai molti di più di Battisti che è pure morto e non c’è viagra che tenga…
Anche gli accessori costano poco se non si punta proprio al massimo: un qualunque supermercato offre caschi e giubbotti in abbondanza. Di marche sconosciute, certo, ma dopo che uno si è dissanguato per la motocicletta mica può stare senza casco e doverla tenere in garage. D’altra parte avete visto quanto costano i caschi? Da fuori mica si vede che è un modello economico: tutto nero, lucido oppure colorato e irriverente. Insomma con quel casco sembri, motociclista, il più fico dei figli di puttana.

Ti sento lo sai?
Dentro casa, con i doppi vetri io ti sento.
Non solo ti sento ma il rumore è eccessivo. Figurati, caro motociclista, che se sto ascoltando la musica il rumore della tua harley, della tua ducati, della tua yamaha, della tua aprilia, copre il volume dello stereo e io non riesco più a seguire il filo del brano  che sto ascoltando.
Se sto guardando un notiziario o un documentario perdo una notizia o un’informazione.
Se poi guardo un film devo tornare indietro e riascoltare la battuta che mi sono perso perché magari era importante.
Se sto leggendo devo fermarmi almeno un paio di minuti e aspettare che il rumore scemi. Probabilmente tu a quel punto sei già lontano ma il frastuono è ancora forte perché la tua motocicletta è eccezionalmente potente e straordinariamente rumorosa. Tu sei già lontano a quel punto e a volte sento delle motociclette lontanissime rombare molto forte. Per farlo così a lungo è necessario che siano su una strada lunga ed abitando io centro vuol dire che ti sento mentre sei in periferia. Figurati quanto è rumorosa e potente la tua motocicletta.

Ti senti anche quando torni a casa.
Hai un garage direttamente sotto casa mia. La mattina sollevi la saracinesca, accendi il tuo bolide, esci dal garage, scendi dalla motocicletta accesa, rientri nel garage a fare non so cosa, esci, abbassi la saracinesca, sali in moto, fa qualcosa che non so, riparti con l’una bella “aperta” anche se fino a questo momento non mi sembrava che tu avessi fretta.
Lo fai diverse volte al giorno. A volte fai un giro che è possibile nettamente udire per tutta la sua durata, quindi non ti allontani molto dal quartiere.
Ogni volta torni e rimetti la tua motocicletta in garage: non vogliamo mica che si rovini la nostra adorata bambina!
Lo fai anche sette o otto volte al giorno: evidentemente sei una persona indaffarata, hai parecchie commissioni da sbrigare. Potresti essere un corriere della droga che viene chiamato da tossicodipendenti bisognosi, potresti essere un prostituto che riceve chiamate da clienti vogliosi di compagnia.
Ma che vado pensando. Magari vai a trovare la tua mamma che non cammina tanto bene e non può allontanarsi da casa. Forse vai a lanciare un sassolino alla finestra dell’ufficio della tua bella, oppure passi a trovare qualche amico in difficoltà.
Sei due volte nello stesso palazzo, motociclista, l’altro te non ha il garage ma in compenso ha una motocicletta gigante e rumorosa come un elicottero.
Giretti, sgassate, giretti anche in questo caso.
Sempre a qualunque ora.
Lunghe sessioni di manutenzione col motore accesso, a sgassare controllando chissà cosa: forse verifichi che le marmitte facciano le bolle, forse controlli che il deodorante al pino che hai messo nella benzina profumi i gas di scarico, forse ti stai cuocendo un po’ di pancetta sulla testata.
Quando il mio orario di lavoro prevede che io abbia il turno di mattina vado a dormire abbastanza presto: mi svegli tornando la sera e trattenendoti a lungo fuori dal tuo garage.
Oppure mi sveglia qualche altro te che passa in strada, puntualmente, almeno anche una decina di volte.
Quando ho il turno pomeridiano, di notte resto sveglio a lungo per approfittare di questo tempo libero: leggo, studio, ascolto musica o guardo un film consapevole che la mattina potrò stare sveglio fino a tardi.  Non è così. Le motociclette eccessivamente rumorose mi svegliano mentre vanno chissà dove: probabilmente da nessuna parte. La tua, in particolare lo fa quasi tutte le mattine e se non sei tu è qualche altro te che passa nella strada o poco lontano.
Io abito al quinto piano di un palazzo costruito nel 1959. non sarà il massimo della tecnologia ma non è nemmeno di carta velina. Questo per farti comprendere meglio quanto tu ed altri te facciate rumore con i vostri insulsi veicoli.

Sei un fascista, caro motociclista.
Probabilmente per te questo non suona come una connotazione negativa ma ti assicuro che lo è. Fascista è sinonimo di persona ignorante e violenta.
E tu, caro centauro sei un fascista e un bastardo, oltre che una persona misera.

Non ho avuto la costanza di studiare: quando ho finito il liceo sono andato (più o meno) a lavorare. La lettura per me è importantissima perché mi permette di riscattare quel tempo che spreco vendendomi come una puttana al mio datore di lavoro in cambio di denaro sufficiente al mio sostentamento. La lettura, la crescita che si ottiene attraverso la cultura e l’informazione, è l’ultimo tentativo disperato per togliermi da questa vita misera e squallida che faccio. A te non interessa, lo so, e probabilmente se avessi ricevuto in dono una vita diversa sarei uguale a te,  ma non è così. A te non interessano altre storie e opinioni che la tua e non vuoi che altri se ne interessino. Non solo non lo fai tu ma impedisci in ogni modo che altri possano. Questa è violenza.
Il fatto che tu mi impedisca di leggere è manifestare la tua brutale insoddisfazione del fatto che io non mi stia dedicando a te, alla tua motocicletta, alle tue canzonette, al tuo pallone.
Leggere un romanzo, studiare la storia, leggere di politica oppure un buon fumetto d’autore, un libro di poesia, una biografia, sono il modo in cui cerco di comprendere qualcosa di più su questo mondo fantastico ma spesso orribile. Ma anche guardare un film divertente, sfogliare il giornale, insomma qualunque attività tu mi impedisca di svolgere.
Non sono particolarmente intelligente altrimenti i miei studi sarebbero stati brillanti e pieni di successo. Purtroppo non è stato così anche a causa di una scarsissima voglia di farlo e di certo non intendo scaricare questa responsabilità su nessun altro. La lettura è l’unica attività quotidiana che mi permetta di crescere, mi ispiri a cercare di essere una persona migliore (quindi diversa) e a conoscere, a cercare di comprendere, a rilassarmi, a distrarmi.
Col rombo della tua motocicletta, spensierato e libero mi impedisci di farlo. Manifesti la tua volontà di tenermi prigioniero nel tuo ego e nella tua arrogante imbecillità.
Vedi, se il problema riguardasse solo me non sarebbe grave: ho trent’anni, il cervello spappolato dalla vita sregolata e nessuna prospettiva. Pensa però se nella mia stessa situazione ci fosse una persona diversa. Magari un giovane studente promettente, un musicista che ha bisogno di silenzio e concentrazione. Per loro sì che è un peccato! In loro sì che risiede la speranza di un mondo migliore e diverso, non in me.
Ma forse la risposta è proprio che la gente come te, i motofascisti, di un mondo migliore non gliene interessa niente, della libertà e del futuro di tutti non possono curarsi impegnati come sono a stirare le marce col rombo nelle orecchie.

Sono appassionato – più o meno- di cinema.
Probabilmente tu per cinema intendi quella cosa che vai a vedere in una sala buia dove stelle e stelline si alternano in primi piani che giustifichino il loro ingaggio: i belli e famosi si vendono al centimetro quadrato, fortuna loro!
Per me il cinema è altro. Questo mi ha portato anche in disaccordo con altri “guardatori” di film con cui ero solito condividere le mie serate. Per loro se in un film non esplodono cinquanta automobili il regista è uno che se la tira, se si parla troppo è un “film dove se parla e basta”, se il film cerca di muoversi su strade che non riguardino strettamente l’intrattenimento immediato e scoreggione “è un film palloso”.
Quindi le mie serate cinema non sono quasi più gruppo di gente che ride e sgranocchia porcherie ma mi limito a bere tè in grande quantità e ad assistere concentrato ad un film che spero ricompensi la mia attenzione. D’altra parte quando guardo un film divertente e leggero spesso non è neanche importante perdere un suono o una battuta anche se è un peccato.
Pensa se col rumore della tua motocicletta cancellassi la battuta “lupo ululà, castello ululì” del film Frankenstein Junior: lo conosciamo a memoria ma sarebbe un peccato perdersela no? Pensa se stirando un paio di marce sotto alla mia finestra io non riuscissi ad afferrare la parola “Rosebud” del film Citizen Kane (Quarto Potere) di Orson Welles.
Uno non può stare sempre col telecomando pronto ad alzare il volume di parecchio quando sente arrivare una moto.
Ma d’altra parte cosa posso fare, rinunciare ad una delle mie passioni? e cosa dovrei fare invece, comprarmi una motocicletta anche io?
Ora che arriva l’estate i tuoi giri in motocicletta aumenteranno. Molti te tireranno fuori le loro dueruote dal garage per sfrecciare in un mondo pieno di pub, cocktail bar, concerti di cover, partite di pallone, veline  e serate indimenticabili. Io non potrò neanche tenere la finestra aperta se voglio vedere un film.
Tu, motociclista motofascista, mi suggeriresti di “farmi l’aria condizionata”.  Opterò per un ventilatore invece. Il condizionatore ce l’ho, faceva già parte della casa, ma non lo accendo mai. Certo col tuo mostro divorabenzina -ci scommetto che ti piacciono anche le auto potenti- non potevi che darmi un suggerimento consumista ed ecocida ma non sono sorpreso.
D’altra parte immagino che sia difficile per te stare al chiuso in un ambiente senza poterti far scorticare dal vento che tira quando sfrecci piegato, accartocciato, aggrappato alla tua fedele dueruote, col cervello che si sbriciola per il rumore, il giubbotto imitazione di quello di marca che sventola e l’immancabile bandana legata al collo.
D’altra parte quali film può guardare una persona come te che corre in motocicletta invece di leggere libri, che sgassa invece di imparare, che corre-arrivapresto-si annoia invece di godersi il viaggio come esperienza, che fa la pace con la guerra, che si sente libero essendo schiavo? Cosa ti interessa della battuta che perdo, degli attori che muovono la bocca ma l’unico suono che si sente sei tu?
“cosa sarà mai una frase o una battuta?” obietterai tu.
“Cosa sarà mai una piccola vite nei complessi meccanismi della tua motocicletta?” potrei risponderti per farti meglio comprendere la questione.
La differenza è solo che il mondo senza motociclette o motociclisti sarebbe sempre lo stesso mentre è possibile che un’opera di intelletto di valore lo renda un posto migliore e la vita più degna di essere vissuta.

Naturalmente i film che guardi tu “Impatto totale assassino 7”, “vacanze di natale all’isola di pasqua”, “l’uomo ragno contro l’uomo poiana”, “liceali cazzoni 6”, non hanno bisogno di grande silenzio essendo sparati sul tuo televisore al plasma con impianto surround comprato con rate al limite dello strozzo (non potevi certo essere l’unico che non lo aveva!).
 Essendo film composti per lo più di spari, botti, urli, scoregge e frasi demenziali possono essere ascoltati ad un volume esagerato con buona pace dei vicini.
A te semplicemente non interessa, di nuovo, che qualcuno abbia gusti ed interessi diversi dai tuoi. Non ti interessa che qualcuno sia diverso da te e vuoi sopprimere che si ostina ad esserlo. Scommetto che vorresti rinchiuderci tutti in un posto dove potremmo vedere i film che ci pare senza essere disturbati ed essere tutelati da un mondo che non ci accetta.
Ancora una volta mi trovo costretto a darti del fascista perché sopprimi la mia diversità, impedisci la cultura, censuri il dissenso e imponi la tua volontà.

Ti piace ascoltare la musica.
Scommetto che ti riempi la bocca con frasi tipo “a me la musica piace tutta”, “io senza musica non saprei stare” e stereotipi del genere.
Dopo che l’hai detto ti metteri di fronte ad un po di musica seria, quella che “si per carità bella, però due palle…” e mi divertirei a notare come ti annoi.
Per carità, non c’è niente di male -quasi- ma sarebbe divertente perchè saresti di fronte alla tua ennesima stronzata.
Ci sono tipi di musica che hanno bisogno di calma e concentrazione per essere ascoltati. Anche io in macchina ascolto rock o musica elettronica ma spesso a casa ascolto jazz o musica classica, che sto imparando a conoscere con molta soddisfazione. Naturalmente le tue canzonacce di vite da mediano o spericolate, di soli, cuori e amori, di uomini ragno uccisi, di stelline sculettanti o chissà che altro non hanno bisogno di attenzione particolare. Si chiama musica popolare, è quella che si ascolta ogni giorno facendo altre cose. In questo caso si tratta di una sua particolare varietà fatta principalmente da gente misera, per gente misera come te;: veicola storielle banali per vite banali, messaggi semplici semplici che tutti possano capire, anche quelli come te: il campetto de pallone, la motocicletta, la sbarbina che ti ha mollato; stronzate inutili insomma. Roba per far arricchire l’ignobile mercato dell’intrattenimento.
Ascolto spesso la musica. Quasi sempre in casa mia ce n’è di sottofondo. A volte è leggera e rilassante, altre volte è impegnativa, seria.
Tu mi censuri: mi impedisci di ascoltare suoni che non provengano dalla tua motocletta. Anche dalla musica si può imparare sai? Trarre ispirazione, rilassamento, divertimento. Tutte cose utili e piacevoli, importanti. Ma tu non vuoi.
Tu pretendi che io stia ad ascoltare il tuo rumore, le vibrazioni che ti sciolgono il cervello piano piano lasciando intatto solo il centro della stupidità,  la ghiandola del tifo calcistico, i ricettori del tette-e-culi.
E questo solo perchè non ascolto i tuoi cantanti di merda, le tue boyband, i tuoi dementi che vivono spericolatamente, bruciano la città, stanno in fila all’happy hour, cantano roba che poi si risente allo stadio, hanno male da morire o fanno tutte quelle cose che fa la gente stupida e misera come te.
Hai mai ascoltato il disco “A love supreme” del grande sassofonista John Coltrane ?(e di altri ottimi musicisti che non sto qui a ricordarti). E’ un disco splendido, un’esperienza profonda ed intensa persino per chi come me è non religioso ed ateo. Non hai idea della concentrazione che ci voglia per ascoltarlo.
A che volume dovrei tenere l’audio per ascoltarlo quando tu passi?
E soprattutto perché i miei vicini potrebbero lamentarsi del mio volume ma mai della tua moto? Perché io sono a portata di mano e tu no; e loro, gente misera, non vedono l’ora di sfogarsi con qualcuno alla loro portata. Tu sei quello normale che si diverte scorrazzando in motocicletta, io sono lo strambo rinchius come un eremita. Vi assomigliate sai?
Non conta comunque il tipo di musica che si ascolta.
Vale la pena di farlo in pace. Di recente ho riscoperto Chopin, per via degli inflazionati ma meravigliosi “notturni”. Impossibili da ascoltare quando passi sotto casa, quando parti, quando rientri in garage.
Non conta la musica, conta il diritto di ascoltarla.
Il problema è che molti dei prodotti commerciali che rientrano sotto il nome di musica non risentono affatto di qualunque forma di disturbo: come dei parassiti, si attaccano a qualunque cosa, si fanno canticchiare ovunque e ci bombardano di imbecillità.

E se stessi parlando con qualcuno? Non che io abbia chissà quali relazioni però potrebbe capitare che io mi intrattenga con pochi selezionatissimi amici.  In questo modo tu mi impedisci di parlare e di radunarmi, cosa che è tipica dei fascisti.
Non è il mio caso ma in zona potrebbe esserci qualcuno che si intrattiene con un partner sentimentale, confessa il suo amore, la sua devozione o quant’altro. Ti rendi conto del danno che provocheresti?
E le persone che svegli, i bambini che disturbi, i sonni che interrompi?

Dove ci vai con questa motocicletta?
Praticamente ovunque, a parte quando vai al villaggio vacanze coi voli low-cost.
Tu lo chiami “vedere il mondo” ma in realtà se ti allontani più tre metri dal buffet dove si servono bucatini ti senti male.
Li conosco i viaggiatori come te sai? Dove lavoro è pieno di (non)persone che viaggiano come te.
“si a Parigi ci siamo stati due volte. Siamo andati a vedere la Gioconda ma poi siamo venuti via dal Louvre perché non ci piacciono tanto i quadri”
“beh poi mangiare ormai non è più un problema come quando si andava all’estero prima: ormai ci sono macdonalds o ristoranti italiani ovunque”
Ti conosco bene. So dove vai con la tua moto.
Vai a correre sulla superstrada, vai a mirabilandia in due ore e trentasei mal di schiena, vai davanti alle scuole superiori a farti guardare dalle studentesse, vai al mare e torni subito, vai in giro a farti vedere, a consumar benzina.
Voi le chiamate “uscite”, ma in realtà sono solo corse verso qualche trattoria dove vi strafogate davanti alle partite di calcio in tv per poi tornare subito a casa, mettersi comodi e guardare i notiziari sportivi del dopopartita, contenti di aver portato la vostra donna a prendere un po d’aria dopo che è stata in casa tutta la settimana ad aspettarvi mentre guadagnavate il pane.

L’imbecillità di cui vieni bombardato con la tua musica e con il tuo cinema e con il tuo pallone e con la tua televisione e coi tuoi libracci è quella che da parecchi anni il sistema usa per renderti l’imbecille che sei. Così sei uno schiavo perfetto e la tua schiavitù è ricompensata colle veline, coi ligabuoi, con le motociclette e con i calciatori; praticamente “panem, chiappe e circenses”.
Sei un vittima quindi, anche se di fatto sei alleato dei tuoi stessi oppressori. Io lotto anche per la tua libertà.
Il sistema tetteculi delle tv private, dello spettacolo economico, dell’arte liquidata come “gente che se la tira” e “roba noiosa”, del razzismo, della guerra, dell’ignoranza e della violenza ha finalmente vinto creando la sua generazione di schiavi obbedienti come te, pronti a combattere per il padrone ed a sopprimere i diversi e gli inferiori in giro per il mondo.
Sono snob? Forse. Se non esserlo vuol dire essere come te.
Sono ben lieto di dire che “la Corazzata Potemkin non è una cagata pazzesca” se questo significa esserti diverso

In conclusione caro motociclista motofascista vorrei chiederti di smettere ma so che non è possibile.
Al leone non si può chiedere di non predare, al pesce di non nuotare, al gorilla di non sbattersi i pettorali. Anche tu, in quanto bestia, non puoi rinunciare ad atteggiamenti istintivi e primitivi come la violenza che mi infliggi. Non posso certo chiedere ad un rinoceronte di non caricare, ad un cobra di non essere velenosissimo.
La forma di vita si adatta all’ambiente in cui vive, è questa la lotta di liberazione.

Tu sei una bestia: sei un fascista, una creatura ottusa e violenta per definizione, un prevaricatore imbecille.
Con tutte le mie cazzate e difetti io sono un uomo, sono un uomo che vorrebbe tutti liberi, e come tale troverò il modo di non combatterti coi tuoi mezzi brutali, di sopravviverti e di lottare per un mondo diverso da quello che volete tu e i tuoi padroni.
Ti saluto con la mano, ché con tutto questo rumore non mi sentiresti.

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4 Responses to motociclista motofascista

  1. Riccardo says:

    Oddio quanto sei pazzo e snob (e in entrambi i casi fai benissimo ad esserlo)!
    In effetti ci sono moto super-silenziose (e magari anche meno inquinanti) quindi caro motociclista ti avviso che la tecnica ha fatto passi avanti. Butta la clava e vieni anche tu nel 2008!

  2. Oh, era ora che si riuscisse a commentare!
    Bentornato in pista.

  3. Rr says:

    caro motociclista fascista, con le tue roboanti acrobazie infastidisci anche me che vado a trovare il mio amico,a volte riesci a coprire le nostre voci.hai veramente rotto!se ti piacciono così tanto le 2 ruote nn potresti usare la bici?ti odio

  4. prova says:

    prova 1

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