tre saccenti sbocchi d’acido in tre giorni /3

3.
In cui si dicono due o tre cose sicuramente già sentite da qualche parte e di certo non di nostra invenzione e si conclude con un nostro pensiero.

Anni fa quando le neonate televisioni commerciali ci bombardavano di pubblicità si cambiava canale e basta. Poi si spegneva la tv perché aveva veramente rotto il cazzo. Adesso con feisbuc addirittura ci iscriviamo ad un servizio che ci recapita pubblicità. Addirittura gli forniamo dati personali ed informazioni su di noi affinché questa pubblicità riesca ad essere più martellante ed invasiva. Ad un certo punto poi pensiamo di dargli i dati personali di qualche conoscente, affinché si iscriva. Poi diciamo a feisbuc di mandargli la nostra stessa pubblicità (invitare qualcuno ad essere anch’egli fan di qualcosa) e la chiamiamo comunicazione o condivisione. Sarà questo che non va?
Stop.


Ascoltate una conversazione per strada, una qualsiasi. Anche vostra a volte .
Non è composta principalmente di raccontarsi cose viste o sentite in qualche programma, pubblicità, dette da qualche velina da qualche calciatore, da qualche comico televisivo? Non sentite ovunque le orride canzoni che dalla tv finiscono sui telefonini e martellano le nostre orecchie ogni dove?
Però sul sito di pubblicità feisbuc tutti si indignano, fanno gruppo e sono fan: si indignano perchè i locali chiudono troppo presto e loro non possono consumare abbastanza.
Si indignano contro un’azienda di cui poi comprano i prodotti. Si indignano che nessuno li stia a sentire prima ancora che abbiano qualcosa da dire.
La cosa non ci lascia indignati.
Neanche perplessi. Indifferenti, ecco.
Il pensiero che sicuramente non è nostro per la prima volta è quello che quantunque un giorno potesse nascere un moto di protesta sensato, pacato, documentato, giusto e persino ben scritto nella sintassi – cosa che manca spesso a questi giovani informatizzati – perderebbe del suo valore già nel transitare su certi media, come a dire che il fine non giustifica il mezzo – a parer nostro.  D’altra parte  la pace non si fa certo con il fucile. D’altra parte la rivoluzione non comincia nemmeno col feisbuc,  rivoluzione alla fine non è affatto cominciata sulla canna del fucile. D’altra parte si ha come l’impressione che se qualcosa fosse giusto, vero, sensato automaticamente si asterrebbe dal transitare da certi canali, per una sorta di intrinseca armonia – e non certo per sassosa coerenza.
Suvvia vogliamo farcelo concedere dai padroni il parco giochi dove illuderci d’esser tutti rivoluzionari ? con le mamme, le zie e le governanti che quando le chiamiamo per fargli vedere che abbiamo saltato dal girello, fatto lo scivolo al contrario, fatto una pernacchia alla impregilo o al premier, pubblicizzato un evento, raccolto una cacca di cane o mangiato una margherita fanno finta di guardarci e ci dicono: “Si! Si! Bravo tesoro! Ti vedo! Bravo! Attento a non sporcarti!”. Perchè poi in fondo il bello è proprio questo no? Uno manda affanculo il politico, fa la rivoluzione, protesta contro la guerra però sempre con qualcuno che ti sorveglia che non ti sporchi.

This entry was posted in derive. Bookmark the permalink.