il protagonista della storia

(vi ricordiamo che i commenti funzionano) 

Il protagonista della storia.
(una storia all’interno della quale si pronuncia un sacco di volte la parola storia, perché è      quello che conta)

"è la storia, non chi la racconta" (S. King – Il metodo di respirazione)

Il protagonista apre gli occhi e si scaraventa giù dal letto.
E’ in ritardo: lo sa e gli basta questo.
Indifferente come si veste e se lo faccia.
L’ ambiente che lo circonda è dissolto nell’irrilevanza: non calpesta nulla, non nota nulla, non ha nulla; tutto è appiattito e sfocato come lo sfondo di un vecchio film.
Si scaraventa per le scale incurante del pericolo, incurante di tutto.
Non c’è tempo per i dettagli e precipitare per un’intera rampa sarebbe solo un contrattempo, una cosa inutile: la trama non lo permetterebbe.
Come il bianco-fottuto-niglio è in ritardo e lo è maledettamente. Troppe frasi, per quanto concise: i punti lo rallentano.
Esce in strada e si fermerebbe a respirare una boccata di aria fresca con la faccia baciata da un sole piuttosto clemente per essere di marzo, ma non ne ha certo il tempo; corre mentre l’eventualità che ci sia  o meno traffico diviene solo una macchia indistinta ai margini del suo campo visivo, concentrato per consentire la massima disponibilità focale al suo obiettivo, là davanti.


Forse c’è un chiosco di hot-dogs colorato, forse le vetrine dei negozi stanno cambiando allestimento in occasione della primavera: irrilevante.
Forse la città è stranamente pulita quest’oggi ma al protagonista della storia non importa: i suoi muscoli si tendono e contraggono, il respiro è regolare e le sua determinazione è massima nel raggiungere il fulcro della storia, a cui è stato indirizzato da un evento che ormai è inutile ricordare con deprecabile spreco di tempo e risorse.
Per sua fortuna il protagonista della storia sta bene attento ad evitare gli inutili dettagli: particolari insignificanti vista la fondamentale importanza della sua meta: non meritano neanche di essere descritti.
Continua spedito seguendo una strada che è sicuramente quella giusta perché non ci può essere spazio per altro in questa storia.
La sua mente è sgombra e concentrata sulla storia, il mondo solo un fondale: le ripetizioni gli danno il ritmo e gli evitano di distrarsi come fossero un mantra.
Si avvicina spedito e determinato, percorre la trama senza alcun intoppo o tentennamento: scavalca intrecci, travolge dettagli, schiva un excursus, oltrepassa un inciso.

Ancora non ha ben chiaro dove la storia voglia andare a parare ma è fiducioso che la trama lo guidi amorevolmente nel suo momento di massima importanza.

Se è per questo non ha neanche ben capito di che tipo di storia si tratti: dopotutto sono dettagli che si sveleranno a breve. Una storia di avventura, forse, o magari una di grandi sentimenti; forse solo una storia ordinaria.
L’importante è che tutto avvenga senza intoppi, tentennamenti e contrattempi.
Se non fosse una perdere tempo immaginerebbe quello che l’aspetta la fine della storia, ma d’ altra parte intuisce che si tratta di un evento così imminente anche se misterioso, che vale la pena di accelerare ancora un po’ il passo.
Simili inutili questioni lo stanno solo trattenendo e stanno trattenendo noi dal conoscere una trama che altrimenti sfilerebbe liscia e precisa senza alcuna contrattempo.

Dopo aver corso un bel po’, è naturale dopotutto non è mica una storiella, il protagonista a come la sensazione di essere in procinto di raggiungere il fulcro della storia.
Non lo vede certo perché non sa bene se si tratti di cosa visibile od evento tangibile: se lo sapesse, la storia non avrebbe ragione di essere; tuttavia il protagonista sa sempre queste cose altrimenti come farebbe a raggiungere il suo ruolo fondamentale all’interno di qualunque storia?
Poi eccolo il fulcro, il culmine, l’acme, lo snodo importantissimo, l’evento e il protagonista della storia  accelera  verso di esso ed inizia a percepirlo anche se non lo vede.
E’ evidente che la mano dell’autore, quell’eccelso demiurgo che lo sta guidando e che lo ha posto all’interno di questa storia, voglia finalmente donargli il suo momento di gloria e gratificarlo con lo svolgimento fluido e completo della trama.

Poi qualcosa non va e se ne rende conto, lo sente: si sente  rapidamente svuotato di tutto, di ogni significato di ogni motivazione, di tutta la determinazione che ho condotto fin qui, di tutta la consapevolezza, la certezza che questa fosse la sua storia e che avesse dovuto svolgersi esattamente in questo modo e che fosse solo importante la trama il fulcro l’essenziale.
 Si volta.

Impensabile!

Molto più di un dettaglio: un contrattempo, un ripensamento, una contraddizione: entropia, annullamento, negazione, morte.

Dove è finita la sua storia? Possibile che fosse solo una storia da nulla, possibile che sia sfuggita oppure che non ne fosse lui il protagonista?
Vorrebbe tornare indietro, fermarsi a quel chiosco di hot-dogs, assaggiarne uno, sentirne il profumo, macchiarsi la camicia con i crauti e con il chili caldo.
Vorrebbe osservare tutti volti che ha oltrepassato, conoscerne qualcuno: ci sarà stata una bella signorina o una persona interessante.
Vuole osservare il pavimento e notare ogni dettaglio ogni piccola crepa nel selciato.
Vuole fermarsi a guardare le vetrine e quel tizio con gli spilli in bocca che sistema un vestito su di un manichino; magari le impronte delle mani di qualche bambino sul vetro delle meraviglie  di un negozio di giocattoli.
E il cielo? com’era il cielo?
Sente caldo, per esempio, ma se ne accorge solo ora.

Ora prova l’esatto opposto di ciò che lo smuoveva prima: tutto è importante.
I dettagli lo investono, i particolari aggrediscono i suoi occhi e la sua mente reclamando l’attenzione prima non ricevuta.
e adesso pensa – da dove inizio?.
Bisogna trovare un modo perché la storia torni a darci il nostro giusto ruolo -pensa ancora, visto che ormai ha tempo-
Osserva tutto, tutti.
Tocca le persone che lo circondano. Quasi accarezza l’impronta di fango e merda di uno scarpone.
Si chiede per un attimo che fine abbia fatto la storia precedente, quel perfetto proiettile che tracciava senza indugio la sua spietata traiettoria verso l’essenziale.

Forse senza dettagli era solo una storia di merda.

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